giovedì 24 febbraio 2011

I COMMENTI DEI LETTORI / 11

CATERINA M.

"All'inizio mi sembra che il libro faccia fatica a partire. Parlo delle prime pagine, quando il lettore deve ancora cominciare ad ambientarsi.
Poi, quando compare la figura della matricola, la narrazione comincia a diventare molto avvincente.
Le parti in cui fai commenti sul comportamento del personale t.a., oppure quando critichi il sistema universitario, secondo me sono troppo lunghette. Ad esempio, quando il tecnico di laboratorio è alle macchinette del caffè mi sembra che il monologo su come vanno le cose occupi troppo spazio.
Invece, le parti in cui i ragazzi effettuano le indagini mi hanno fatto stare con il fiato sospeso e avevo davvero voglia di sapere chi fosse effettivamente il colpevole."

martedì 22 febbraio 2011

I COMMENTI DEI LETTORI / 10

EMANUELA

“Il valore dell’amicizia è da TRENTA E LODE!”
Simpatico e leggero, con un pizzico di giuste critiche alla nostra società in cui viviamo.
Mi sono davvero divertita a leggerlo. Mi ha preso molto!”

lunedì 14 febbraio 2011

I MIEI EDITORIALI / 2

L'Equità nelle scelte

Decidere, scegliere… Quant’è dura per chi ha delle responsabilità dover intraprendere la strada giusta o quantomeno imboccare quella meno sbagliata.. Un mestiere difficile quello del capo famiglia, del leader di un gruppo, del coordinatore di qualsiasi organizzazione…
Esistono delle basi corrette sulle quali fondare le proprie decisioni a volte impopolari? Probabilmente sì: il cuore, la ragione, il cuore e la ragione in egual misura, l’irrazionalità. Ciascuno di noi, qualora fosse nella situazione di dover decidere su qualcosa, si troverebbe quasi sempre a favorire qualcuno a discapito di qualcun altro.
Come deve agire un buon padre o una buona madre di famiglia? All’interno di un nucleo familiare le scelte devono essere intraprese in base a un mix di razionalità e di cuore. I sentimenti e i legami in questo contesto sono troppo forti: come si fa per esempio ad avere la forza di favorire uno dei propri figli, o uno dei propri nipoti? Obiettivamente anche se la ragione ci inducesse a pensare ad un’ipotesi di questo genere, sono certo che il nostro cuore bilancerebbe il peso della decisione su tutt’altra strada.
E tra amici? Se qualcuno venisse individuato per decidere su un progetto o un contenzioso, in che modo il membro di quel gruppo dovrebbe effettuare la scelta? Credo che anche in questo caso il connubio di razionalità e di sentimenti possa costruire le fondamenta per arrivare al giusto compromesso.
Ma in un ambiente lavorativo vige lo stesso sistema? In che modo il capo, il responsabile, il Dirigente deve portare avanti il bene di un’ area, di un’unità organizzativa, o di un gruppo di persone?
Spesso, comunemente, si fa la battuta affermando che “tutti noi ci sentiamo commissari tecnici” (ennesima metafora sul calcio, ndr) e che ci piace dall’esterno vestire i panni di chi ha l’onore-onere di prendere talune decisioni, giudicando impietosamente e senza strumenti il legittimo incaricato a farlo.
Se è corretto quindi non andare a giudicare una scelta specifica, può essere costruttivo ipotizzare in che modo questa dovrebbe essere intrapresa. Molte fabbriche ed aziende individuano esternamente il capo-reparto degli operai oppure un manager amministrativo perché i proprietari sanno che pescando dall’interno la figura ricercata si creerebbe inevitabilmente un disquilibrio di opportunità. Se il prescelto fosse selezionato dall’interno della struttura, avrebbe la capacità di richiamare all’ordine i colleghi con i quali aveva condiviso fino a ieri gli stessi problemi lavorativi o i weekend al mare? Sarebbe in grado di portare avanti senza essere condizionato dalle amicizie gli obiettivi richiesti dalla proprietà per la quale lavora? Probabilmente no. 
E’ corretto che il nostro Pietro Rea affidi all’amico del padre scomparso l’operazione “Trenta e lode”? Che cosa lo ha spinto a questa decisione? Un senso di riconoscenza verso un amico-agente demotivato e ormai desolatamente pronto alla pensione? Rea era fermamente convinto che Renzi avesse in mano le potenzialità per risolvere il caso? Oppure sono vere entrambe le cose?
E’ difficile essere capi, è complicato nell’organizzazione del lavoro scindere le amicizie extra lavorative con le responsabilità. Probabilmente un vero capo non dovrebbe farsi condizionare dai legami cercando di perseguire sempre i risultati migliori senza pensare a mugugni, a pianti o a saluti negati.
Il rapporto amicizia/amore-lavoro è molto complesso e purtroppo, a mio parere, poco funzionale se costruito su livelli gerarchici diversi. Tutti i protagonisti di questo rapporto perdono inevitabilmente di credibilità (a volte anche solo per mera gelosia) da parte degli osservatori o dei lavoratori esterni a questo legame. A rimetterci spesso sono proprio le stesse persone unite da questi affetti: con pregiudizi costruiti a volte in maniera del tutto infondata vengono messe in secondo piano anche le reali capacità della persone.
Riassumendo, un capo deve portare a compimento gli obiettivi che si è imposto di raggiungere o che il proprio superiore impone di ottenere. Per la credibilità non basta però ottenere i risultati perseguiti: il capo viene giudicato anche per il modo in cui riesce a governare la propria organizzazione. La sua credibilità passa anche da questo. Rea probabilmente ha macchiato la sua imparziale e indiscussa leadership facendosi per una volta condizionare dal cuore. E’ stato giusto quindi affidare a Renzi l'operazione “Trenta e lode”? Se avesse proseguito a lavorare come capo della squadra mobile a Forlì, avrebbe fatto la stessa scelta?

venerdì 11 febbraio 2011

I COMMENTI DEI LETTORI / 9

GIAMPIERO

“Una volta cominciato, le pagine scorrevano da sole verso la fine della storia.
Avvincente e divertente!
Un difetto: è finito troppo presto!”

lunedì 7 febbraio 2011

I COMMENTI DEI LETTORI / 8

GLORIA

"Il libro è bello. Emerge una certa sensibilità da parte dell’autore a trattare certi argomenti e tematiche. Si legge davvero bene, mi è piaciuto."

mercoledì 2 febbraio 2011

I COMMENTI DEI LETTORI / 7

BEATRICE

"Sei stato bravissimo! Il libro è divertente ed intrigante al tempo stesso! Emergono inoltre valori importanti che tutti noi dovremmo prendere da esempio. Mi piace molto il personaggio di Rea!
Complimenti!"