mercoledì 27 aprile 2011

I COMMENTI DEI LETTORI / 12

SUSANNA VEZZADINI
(docente Unibo)

"Come ti ho già anticipato a voce, il libro mi è piaciuto molto, e questo si capisce già avendolo io finito in poche sere. Mi è piaciuto il racconto nel suo insieme, la trama insomma, e mi sono piaciuti (praticamente tutti) i personaggi. Anche quelli affatto positivi, anche quelli di cui conosco vizi e vezzi, per ovvie ragioni di "frequentazione" - in senso lato ovviamente.
L'universo che hai descritto, sociologicamente parlando (ipse dixit!!!), è molto prossimo alla realtà, magari non nelle sue conseguenze finali (ehm...) ma certo nelle sue contorsioni e manie e, ovviamente, anche nei suoi slanci. E' l'università infatti, fatta dagli studenti, dai docenti (che senza gli studenti sarebbero nei guai...!!), dagli amministrativi, dagli spazi di studio e da quelli di incontro extra studio, dagli abitanti (autoctoni) e dai pendolari, dai "forestieri" più o meno vicini - più o meno lontani.
Ecco, ho trovato - e la cosa mi ha divertito e anche un po' spiazzato, lo ammetto - uno sguardo sempre arguto e vivace nello scrittore, avendo saputo così ben descrivere questa accozzaglia di gente, attitudini e caratteri, con tanta attenzione a quei particolari che fanno di una semplice figurina qualcosa di già più vicino ad un personaggio... bravo Alberto!!!!
E poi ho trovato uno stile piacevolissimo alla lettura, sebbene in alcuni tratti possa essere ancora perfezionato: ad esempio, a parer mio, lasciandosi maggiormente andare alla scrittura, fidandosi di più senza sottostare eccessivamente a ricercatezze terminologiche o a censure stilistiche. La scrittura è (anche) fantasia, e tu hai dimostrato - nonostante l'attinenza al vero di cui dicevo prima - di possederne parecchia!!! Dunque... via!!!
Congratulazioni vivissime, allora, aspettando la tua prossima fatica (e pure il miele, of course).
Un saluto e a presto, Susanna "

lunedì 18 aprile 2011

PREMIAZIONE "AL CATTOLICA"

Un'emozione grandissima mi ha accompagnato durante la cerimonia di premiazione al "Concorso letterario internazionale Città di Cattolica"!

Per i dettagli vi rimando allo SPECIALE "PREMIO CATTOLICA"

giovedì 14 aprile 2011

mercoledì 13 aprile 2011

IL GRIDO DI RABBIA DI UNA PRECARIA

Nel capitolo undicesimo del romanzo (pp 185 e seguenti) viene messo sotto la lente d’ingrandimento il problema del precariato nelle pubbliche amministrazioni italiane e soprattutto viene spiegata l’incapacità da parte dei Dirigenti della P.A. di gestire con efficienza ed efficacia l’organizzazione delle risorse umane all’interno degli apparati dei quali sono a capo. In gentile collaborazione con i Sindacati di categoria, si è arrivati ad una situazione grottesca e vergognosa che induce i precari delle pubbliche amministrazioni ad esprimere la loro rabbia e il loro sconcerto. Qui sotto uno sfogo di una precaria UNIBO, Nunzia Vespignani:

Le cavie di un’amministrazione schizofrenica
Matricola 41560, impiegata TA  a tempo determinato=precaria. Sono un numero nel mucchio della grande famiglia dei precari dell’UNIBO. Ho bisogno e sento la necessita di un piccolo sfogo, sullo sfondo del nuovo scenario battuto dai venti della riforma. Metto impegno in quello che faccio, ma forse non è sufficiente. Ho iniziato il mio percorso con un contratto di collaborazione più volte prorogato ed ho partecipato a due concorsi: il primo a tempo determinato (grazie al quale sto lavorando da 3 anni) e uno a tempo indeterminato  (nel quale non sono risultata vincitrice ma idonea). Ora siamo alla resa dei conti, il contratto ad ottobre scadrà e per legge non sarà più rinnovabile; a dicembre, ancora peggio, scadrà definitivamente la graduatoria del concorso a tempo indeterminato. E l’Ateneo cosa fa? Bandisce un nuovo concorso non per un numero definito di posti, una durata distinta e una sede specifica, ma per la formazione di una fantomatica graduatoria a tempo determinato da cui attingere per l’Ateneo tutto. Mi chiedo, allora, dove sono  le tanto decantate efficienza/efficacia dell’attività della pubblica amministrazione? Perché mi arriva una chiamata per un nuovo contratto a tempo determinato a 18 h settimanali con sede a Bologna, pescando dalla graduatoria a tempo indeterminato, offrendomi un periodo di lavoro inferiore alla scadenza del mio attuale contratto? La logica di questo gioco è a me sconosciuta, capisco solo che vogliono un mio rifiuto. Perché personale ampiamente selezionato, esaminato e oserei dire “sezionato” deve nuovamente presentarsi davanti ad una commissione per essere valutato per l’ennesima volta?Quanto costa tutto ciò? Non conosco le regole della politica o, come è d’uso comune dire ora, della governance? Probabilmente non mi interessano nemmeno perché da casalinga pragmatica quale sono mi sembra solo uno spreco di soldi, tempo ed energia. I precari sono persone già formate (per i quali l’Ateneo investe tempo e denaro in formazione) perché crearne altri? Rileggendo ciò che ho scritto vedo che le domande che mi faccio sono veramente tante, troppe. Personalmente preferirei un sonoro “ per te non c’è ne è più” e buonanotte al secchio, basta essere sotto esame è snervante e logorante e soprattutto rischia di crearmi problemi di relazione, perché mi viene meno quella serenità con cui fino ad ora ho affrontato il mio lavoro che, ribadisco, purtroppo mi piace.