I COMMENTI DEI LETTORI

ENRICA MAZZAVILLANI

"Ti faccio i miei complimenti!Oltre ad essere scritto bene, ti prende proprio il romanzo.Guarda ti dico alla verità..all'inizio parte un po' a rilento, ma dal momento in cui i 2 iniziano ad investigare ti prende molto e l'ho finito in un giorno di leggere. Ma il libro è un po' autobiografico?Diego ricorda un po' te!Comunque bravo e complimenti ancora! ciao!"
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SUSANNA VEZZADINI
(docente Unibo)

"Come ti ho già anticipato a voce, il libro mi è piaciuto molto, e questo si capisce già avendolo io finito in poche sere. Mi è piaciuto il racconto nel suo insieme, la trama insomma, e mi sono piaciuti (praticamente tutti) i personaggi. Anche quelli affatto positivi, anche quelli di cui conosco vizi e vezzi, per ovvie ragioni di "frequentazione" - in senso lato ovviamente.
L'universo che hai descritto, sociologicamente parlando (ipse dixit!!!), è molto prossimo alla realtà, magari non nelle sue conseguenze finali (ehm...) ma certo nelle sue contorsioni e manie e, ovviamente, anche nei suoi slanci. E' l'università infatti, fatta dagli studenti, dai docenti (che senza gli studenti sarebbero nei guai...!!), dagli amministrativi, dagli spazi di studio e da quelli di incontro extra studio, dagli abitanti (autoctoni) e dai pendolari, dai "forestieri" più o meno vicini - più o meno lontani.
Ecco, ho trovato - e la cosa mi ha divertito e anche un po' spiazzato, lo ammetto - uno sguardo sempre arguto e vivace nello scrittore, avendo saputo così ben descrivere questa accozzaglia di gente, attitudini e caratteri, con tanta attenzione a quei particolari che fanno di una semplice figurina qualcosa di già più vicino ad un personaggio... bravo Alberto!!!!
E poi ho trovato uno stile piacevolissimo alla lettura, sebbene in alcuni tratti possa essere ancora perfezionato: ad esempio, a parer mio, lasciandosi maggiormente andare alla scrittura, fidandosi di più senza sottostare eccessivamente a ricercatezze terminologiche o a censure stilistiche. La scrittura è (anche) fantasia, e tu hai dimostrato - nonostante l'attinenza al vero di cui dicevo prima - di possederne parecchia!!! Dunque... via!!!
Congratulazioni vivissime, allora, aspettando la tua prossima fatica (e pure il miele, of course).
Un saluto e a presto, Susanna "
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CATERINA M.

"All'inizio mi sembra che il libro faccia fatica a partire. Parlo delle prime pagine, quando il lettore deve ancora cominciare ad ambientarsi.
Poi, quando compare la figura della matricola, la narrazione comincia a diventare molto avvincente.
Le parti in cui fai commenti sul comportamento del personale t.a., oppure quando critichi il sistema universitario, secondo me sono troppo lunghette. Ad esempio, quando il tecnico di laboratorio è alle macchinette del caffè mi sembra che il monologo su come vanno le cose occupi troppo spazio.
Invece, le parti in cui i ragazzi effettuano le indagini mi hanno fatto stare con il fiato sospeso e avevo davvero voglia di sapere chi fosse effettivamente il colpevole."
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EMANUELA

“Il valore dell’amicizia è da TRENTA E LODE!”
Simpatico e leggero, con un pizzico di giuste critiche alla nostra società in cui viviamo.
Mi sono davvero divertita a leggerlo. Mi ha preso molto!”
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GIAMPIERO
“Una volta cominciato, le pagine scorrevano da sole verso la fine della storia.
Avvincente e divertente!
Un difetto: è finito troppo presto!”
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GLORIA

"Il libro è bello. Emerge una certa sensibilità da parte dell’autore a trattare certi argomenti e tematiche. Si legge davvero bene, mi è piaciuto."
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BEATRICE

"Sei stato bravissimo! Il libro è divertente ed intrigante al tempo stesso! Emergono inoltre valori importanti che tutti noi dovremmo prendere da esempio. Mi piace molto il personaggio di Rea!
Complimenti!"

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GABRIELLA S.

"Bravo, mi è piaciuto tantissimo!
Quando l’ho cominciato a leggere l’ho poi letto tutto d’un fiato!
Aspetto il prossimo!"

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NUNZIA / 2

scusa se con un po' di ritardo rispondo al tuo commento.
Sono d'accordo in merito al RISPETTO RECIPROCO, che giustamente tu scrivi tutto in maiuscolo, ma secondo me non sono solo le norme certe e i controlli seri che guariscono gli approfittatori. Certo occorrono ma, quando ti riporto il concetto che il "Carlo" della situazione può essere un bravo dipendente significa che come persona ha, già di suo, principi sani, sicuri e certi a prescindere da regole che un ministro (spero anch'io migliore di Brunetta!) vara o ha varato; nel contempo la fantomatica sig.ra Moretti continuerà probabilmente a furbeggiare e a farei suoi porci comodi (fatta la legge, fatto l'inganno).Ci deve essere innanzitutto una crescita nostra, in quanto persone inserite in un gruppo di lavoro.
Spendo due parole anche sul concetto di lavoro non spesso gratificante: io ho alle spalle 20 anni di lavoro nel settore privato; ho goduto di parecchi e golosi premi di produzione, ho vissuto quindi una situazione - a livello economico - nettamente diversa da quella che vivo ora ma, ti posso assicurare, che non sempre il peso della busta paga o il livello raggiunto per capacità dimostrate sul campo, ripaga quanto un ambiente di lavoro sereno.
Ti dico anche che la soluzione di un problema urgente, di una questione complicata mi stressa ma mi gratifica, non per fare bella figura con gli altri, ma per me stessa. Tutto ciò mi carica, mi stimola ad affrontare un'altra giornata piatta in attesa del venerdì.
...... probabilmente il mio appiattimento non ha ancora raggiunto "livelli di guardia" perchè è da poco che sono arrivata....
Concordo pienamente con la questione meritocrazia e sono convinta, da sognatrice incallita, che prima o poi qualcosa cambierà. Voglio poter insegnare a mia figlia, ma forse in primis a me stessa perchè ogni tanto per comodità o per stupido egoismo li dimentico o non li riconosco, quei valori che anche tu reputi fondamentali e per i quali è giusto battersi a qualunque costo.
...... comincia a piaceremi questo BLOG .......

P.S.
per dovere di cronaca nel mio primo commento mi era sfuggita per errore la descrizione del personaggio SONIA: nonostante tutto non mi risulta antipatica, forse perchè è una donna?????? boh !!!!


LA RISPOSTA DELL'AUTORE


Cara Nunzia

Pur esprimendolo con concetti diversi, il nostro pensiero credo che sia comune. Noi pubblici dipendenti cerchiamo di fare bene il nostro lavoro perché vogliamo prima di tutto dimostrate a noi stessi di essere utili e capaci. Finisse anche questo stimolo, tutto andrebbe alla deriva. Anche se il nostro impegno è mirato a farci sentire bene soprattutto con noi stessi, è difficile comunque accettare certi comportamenti da FURBETTO DEL QUARTIERINO del collega vicino. Probabilmente io sono una persona troppo orgogliosa e essere “aggirato” o “fregato” mi dà molto, molto fastidio.
Entrambi lavoriamo in una struttura universitaria dove l’elevata qualità del servizio è sotto gli occhi di tutti, ma non per questa ragione si devono prendere a pretesto certi risultati per fare ciò che si vuole, alla faccia di chi rispetta le regole.
Ultimo pensiero: con “trenta e lode” non ho voluto criticare, come certi pensano, i miei colleghi di Scienze Politiche. Mi dispiace che alcuni abbiano visto nei miei racconti delle accuse specifiche verso quello o quell’altra persona. Con “trenta e lode” ho cercato di spiegare che il pubblico impiego così come è ora è difficile da governare, anche il più integerrimo, brillante ed efficiente dei dipendenti può cadere in tentazione, una tentazione dovuta a mancanza di controlli e sanzioni certe.
Si dice che “l’occasione fa l’uomo ladro” e credo che questo detto, purtroppo, caschi a pennello su una buona parte dei dipendenti pubblici.
Ho cercato di raccontare cosa non va, cosa bisogna che cambi in questo settore. Ci si può migliorare solo partendo dai propri errori e non certo dalle cose che si fanno bene. Anche questo in parte ho voluto raccontare con “trenta e lode”, mi auguro che questo mio intento venga ben interpretato da qualcuno…
Grazie per  l’intervento.
Alberto
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NUNZIA
"Carissimo Albi,
innanzi tutto sinceri complimenti !!!!!!!!!!!!!!!!!
Riuscire a far nascere un libro non è certamente cosa da poco. Probabilmente molti hanno sentito il bisogno, alcune volte, di buttare giù due righe, quattro pensieri.....ma tutt'altra cosa è immaginare una storia, svilupparla, arricchirla di particolari, giungere ad una fine e portare il tutto su carta rilegata. Complimenti davvero perché a me sei sempre sembrato una persona che non ama mettersi in mostra e quindi con questo scoop di fine anno, credo di interpretare il pensiero di tanti, mi hai davvero spiazzato, piacevolmente spiazzato, anzi direi sono orgogliosa del mio dirimpettaio....
La storia è complessa nel senso in cui dentro c'è di tutto: quel tanto di "giallo" con tanto di sorpresa finale, quel tanto di "quotidianità" in cui il lettore si ritrova spesso, quel tanto di "sentimenti profondi" (amicizia/amore/lealtà/giustizia) valori molti importanti che, spero, per ognuno di noi siano veramente importanti. Hai legato talmente bene i protagonisti che non sono riuscita ad averne uno preferito, bene o male mi sono affezionata a tutti:
DIEGO - nonostante spesso ragioni di "pancia" - non può risultare antipatico, con quella sua aria da ragazzo integerrimo, corretto e pulito.
ALEX-FILIPPO - due teneri cuccioli da coccolare ad oltranza
REA - il Bova della situazione - grande paladino della giustizia, della lealtà, dei valori con la V maiuscola
GUSTAVO - con la "diligenza del buon padre di famiglia" porta avanti il suo difficile lavoro
TARANTINI - uomo egoista e spietato ma che in un barlume di razionalità, capisce e accetta i suoi limiti
BRAVO, ALBERTO, BRAVISSIMO!!!!
L'unico neo che ho trovato , e ti ho già accennato l'argomento, è la visione del lavoro nella pubblica amministrazione. Probabilmente lavorando all'Università mi sono sentita punta sul vivo. Leggendo alcuni passi ho avuto la netta sensazione (ma forse è mia) che la differenza fra fannulloni e non sia solamente il rispetto delle timbrature e stimbrature durante l'orario normale di lavoro. Secondo me c'è dell'altro, vale a dire il bravo dipendente che timbra regolarmente l'entrata e l'uscita extra-pausa quando poi è alla sua scrivania cosa fa? E' un Rea o un Tarantini? Il Carlo della situazione magari, dopo aver scaricato un brano da pc, è comunque un bravo tecnico e ha buoni rapporti con i colleghi. Non so se mi sono spiegata ma magari avremo modo di parlarne più a fondo."


LA RISPOSTA DELL'AUTORE
Cara Nunzia,
Grazie infinite per le belle parole. Con “trenta e lode” ho cercato di fare il punto su molti temi che hanno caratterizzato i miei primi 30 anni. Per snocciolare le mie idee ho cercato compagni di viaggio che sapessero raccontare prima a me, e poi, visto come sono andate le cose, ai miei lettori, quali sono i valori ai quali dobbiamo credere per dare un senso alla nostra vita.
Hai detto bene: amicizia, amore, sincerità, lealtà, giustizia, sono tutti elementi imprescindibili da quali dovremmo trovare ispirazione per riuscire a costruire qualcosa di importante sia per noi stessi, ma soprattutto per il prossimo.
Come accade nella realtà, i miei personaggi non sono perfetti, vivono tra la luce dei loro pregi e il buio dei loro difetti più cupi. Forse la bellezza di “trenta e lode” sta proprio nella normalità dei suoi protagonisti, per i quali nelle prossime settimane pubblicherò per ciascuno un piccolo “speciale”.
Per quanto riguarda la questione del pubblico impiego, come si legge nel libro il problema non sono i dipendenti da me denominati volutamente “approfittatori” (non fannulloni), ma le leggi che disciplinano tutto il sistema. Se si parte dal presupposto che l’impegno e la correttezza nel lavoro dipendono dalla coscienza di ciascun dipendente pubblico, capisci anche tu che il sistema non può reggere.
Raccontando certe situazioni ho voluto mettere in luce il fatto che il pubblico impiego può riconquistare la propria dignità solo con norme certe, controlli seri (ho detto “seri” e non “senza senso” come quelli imposti da Brunetta) e soprattutto capacità di premiare il merito. L’appiattimento, l’apatia e il ristagno portano tanti dipendenti ad incunearsi tra le maglie leggiadre dell’inconsistente tessuto normativo per ottenere quei vantaggi personali non sempre moralmente ineccepibili che li compensano di un lavoro spesso non gratificante.
Tu hai ragione quando dici che non è la quantità di minuti seduti dietro la scrivania che stabiliscono se un dipendente è più prolifico ed efficiente di un altro, e non è una canzone scaricata da internet che attesta il bravo dal mediocre. Anch’io sono un pubblico dipendente e credo di poter essere il primo ad essere catalogato tra i “pessimi” dipendenti. Se una persona però è più brillante, competente e prolifica di me, ma allo stesso tempo non rispetta le norme comuni pensando di lavorare come se avesse la partita IVA, per me le sue capacità finiscono sotto le suola delle mie scarpe. Credo che IL RISPETTO RECIPROCO sia un elemento chiave per qualsivoglia gruppo di persone che decide di unirsi per qualsiasi tipo di fine.
Quando si lavora in team si possono raggiungere risultati solo se tutti gli elementi tirano la carretta dalla stessa parte. Osservare invece preferenze verso alcuni o furbizie più o meno nascoste di altri inducono chi osserva, se non stimolato dalla propria coscienza, a mollare e a uscire dal gruppo.
Ricordi? “Il calcio è la metafora della vita” e ti posso garantire che un fuoriclasse da solo non vince nulla, mentre se egli gioca in una squadra compatta può fare la differenza e arrivare al successo.
Grazie per gli spunti di riflessione
Alberto
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JLENIA


"Un connubio tra semplicità e profondità: questo per me è ciò che racchiude in sé “Trenta e Lode”.
Si tratta infatti di una storia avvincente e coinvolgente che offre tanti spunti di riflessione sul mondo universitario fotografato e inteso nella sua interezza con i suoi pregi e i suoi difetti, con le sue luci e le sue ombre. Allo stesso tempo il racconto è in grado di far emergere, pagina dopo pagina, valori portanti quali l’amicizia, gli affetti, l’integrità morale, la giustizia e la legalità, grazie a personaggi all’apparenza lineari ma in realtà così completi e significativi da diventare i portavoce di tali valori.
“Trenta e Lode” è quindi quella fiammella sempre accesa che accompagna prima di tutto Pietro Rea ma anche gli stessi Alex e Diego lungo le pagine del libro: quella fiammella eterna di coloro i quali credono che sia ancora possibile costruire il proprio futuro su buone e solide basi.
Una miscela di forti emozioni e di intensa profondità mi hai saputo quindi regalare Albi con il tuo libro, frutto dell’unione del tuo cuore e della tua mente perciò quello che hai scritto è, secondo me, non una piccola ma una Grande Storia."

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SARA MEDRI

"Ben scritto e  la trama è davvero originale (ancora non ci credo che hai scritto un libro!!!).l'ho letto tutto in un fiato per sapere il finale.
sono orgogliosa di te Alberto e mi potrò vantare con gli amici di conoscere l'autore del libro!!"


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LORRE

"Complimenti! Il tuo libro, scritto con garbo e scorrevole qualità espositiva, rispecchia la tua mente acuta e contorta. Pietro Rea è il mio nuovo idolo :-) "