SPECIALE "PREMIO CATTOLICA"







Sabato 16 aprile si è svolta la cerimonia di premiazione del “3’ Concorso letterario internazionale Città di Cattolica”, diventato ormai, per molti critici e giornalisti, l’Oscar della letteratura italiana.
E’ stata una serata davvero emozionante, accompagnata dalla delicata e suggestiva melodia dell’orchestra d’archi dell’Istituto musicale “Lettimi” di Rimini, e suggellata dalla presenza di alcuni ospiti di fama internazionale come il giornalista Magdì Allam, il poeta Davide Rondoni e Hafez Haidar, premiato alla carriera.
Una Kermesse in puro stile Hollywoodiano che tra intermezzi musicali e interventi di ospiti di straordinaria importanza, ha visto susseguirsi sul palco la schiera dei vincitori delle varie categorie in gara.
Per la categoria A, libri editi, anche “Trenta e lode” ha ottenuto il premio di Merito, riconoscimento che viene assegnato alle opere che non rientrano tra i primi cinque classificati (sono stati 517 i partecipanti della categoria A), ma che si sono comunque contraddistinte per la loro qualità.
Non riesco ad rendermi ancora conto di essere stato chiamato per microfono, di essere salito sul palco e di aver ritirato il premio dinanzi a mostri sacri della letteratura italiana ed internazionale. Probabilmente mi ci vorrà un po’ per metabolizzare l’accaduto, ma la cosa che mi inorgoglisce di più è la capacità, a questo punto riconosciuta, di “Trenta e lode” di riuscire a far passare messaggi toccando le corde della mente e dell’anima del lettore.

Mentre mi divertivo a scrivere nel mio scassato e vecchio computer di casa le avventure di Alex, Diego e del commissario Rea, speravo che un giorno forse qualcuno potesse leggere il mio manoscritto considerandolo quantomeno interessante.
Poi si è materializzata la pubblicazione del libro, in seguito la presentazione, poi la vendita nelle librerie, le recensioni sui giornali, le interviste, i primi commenti dei lettori (per me la cosa più importante)! Infine, quando tutto sembrava essere arrivato oltremisura e fuori da ogni logica rispetto a quanto mi sarei aspettato in quel lontano agosto 2007, momento in cui ho battuto le prime parole del romanzo, è giunto pure il riconoscimento al “Città di Cattolica”.
Un sogno che continua, un’esperienza che mi sta dando dimostrazione che (anche se in parte nel romanzo l’ho raccontato), sia nel bene che nel male la vita ci riserva quotidianamente sorprese e nuove avventure. Noi possiamo programmarlo, organizzarlo o scadenzarlo, ma lui, il destino, si ripropone sempre davanti a noi con una faccia nuova mettendoci periodicamente alla prova. Lui ci stimola, ci sfida; noi dobbiamo essere sempre capaci, sia nelle situazioni negative che in quelle positive, di fare la scelta giusta o, nel limite del possibile, quella meno sbagliata.

Dal mio punto di vista personale “Trenta e lode” non è un semplice romanzo inventato dalla mia fervida immaginazione; è una storia che racchiude emozioni, sensazioni e situazioni che hanno contraddistinto la mia vita in questi primi tre decenni. Un percorso introspettivo che mi ha permesso di osservare i pregi e i difetti del mio percorso. Per questa ragione sono e sarò sempre legato a al romanzo (oltre al fatto che “il primo romanzo non si scorda mai…”) .

Il riconoscimento di Cattolica è quindi il suggello di un percorso stupendo. Quasi come un segno del destino, nell’ultima pagina del libro la storia si conclude con una riflessione di Rea, il quale sostiene che Il futuro appartiene a coloro che credono alla bellezza dei propri sogni”

“Trenta e lode” è anche questo.

Grazie a tutti!