SUSANNA VEZZADINI
(docente Unibo)
"Come ti ho già anticipato a voce, il libro mi è piaciuto molto, e questo si capisce già avendolo io finito in poche sere. Mi è piaciuto il racconto nel suo insieme, la trama insomma, e mi sono piaciuti (praticamente tutti) i personaggi. Anche quelli affatto positivi, anche quelli di cui conosco vizi e vezzi, per ovvie ragioni di "frequentazione" - in senso lato ovviamente.
L'universo che hai descritto, sociologicamente parlando (ipse dixit!!!), è molto prossimo alla realtà, magari non nelle sue conseguenze finali (ehm...) ma certo nelle sue contorsioni e manie e, ovviamente, anche nei suoi slanci. E' l'università infatti, fatta dagli studenti, dai docenti (che senza gli studenti sarebbero nei guai...!!), dagli amministrativi, dagli spazi di studio e da quelli di incontro extra studio, dagli abitanti (autoctoni) e dai pendolari, dai "forestieri" più o meno vicini - più o meno lontani.
Ecco, ho trovato - e la cosa mi ha divertito e anche un po' spiazzato, lo ammetto - uno sguardo sempre arguto e vivace nello scrittore, avendo saputo così ben descrivere questa accozzaglia di gente, attitudini e caratteri, con tanta attenzione a quei particolari che fanno di una semplice figurina qualcosa di già più vicino ad un personaggio... bravo Alberto!!!!
E poi ho trovato uno stile piacevolissimo alla lettura, sebbene in alcuni tratti possa essere ancora perfezionato: ad esempio, a parer mio, lasciandosi maggiormente andare alla scrittura, fidandosi di più senza sottostare eccessivamente a ricercatezze terminologiche o a censure stilistiche. La scrittura è (anche) fantasia, e tu hai dimostrato - nonostante l'attinenza al vero di cui dicevo prima - di possederne parecchia!!! Dunque... via!!!
Congratulazioni vivissime, allora, aspettando la tua prossima fatica (e pure il miele, of course).
Un saluto e a presto, Susanna "
mercoledì 27 aprile 2011
lunedì 18 aprile 2011
PREMIAZIONE "AL CATTOLICA"
Un'emozione grandissima mi ha accompagnato durante la cerimonia di premiazione al "Concorso letterario internazionale Città di Cattolica"!
Per i dettagli vi rimando allo SPECIALE "PREMIO CATTOLICA"
Per i dettagli vi rimando allo SPECIALE "PREMIO CATTOLICA"
giovedì 14 aprile 2011
I MIEI EDITORIALI / 3
Per leggere il mio terzo editoriale "cliccare" sul titolo:
Il Campus immaginario rimarrà tale?
Buona lettura!
Chi vuole può commentare!
Il Campus immaginario rimarrà tale?
Buona lettura!
Chi vuole può commentare!
mercoledì 13 aprile 2011
IL GRIDO DI RABBIA DI UNA PRECARIA
Nel capitolo undicesimo del romanzo (pp 185 e seguenti) viene messo sotto la lente d’ingrandimento il problema del precariato nelle pubbliche amministrazioni italiane e soprattutto viene spiegata l’incapacità da parte dei Dirigenti della P.A. di gestire con efficienza ed efficacia l’organizzazione delle risorse umane all’interno degli apparati dei quali sono a capo. In gentile collaborazione con i Sindacati di categoria, si è arrivati ad una situazione grottesca e vergognosa che induce i precari delle pubbliche amministrazioni ad esprimere la loro rabbia e il loro sconcerto. Qui sotto uno sfogo di una precaria UNIBO, Nunzia Vespignani:
Le cavie di un’amministrazione schizofrenica
Matricola 41560, impiegata TA a tempo determinato=precaria. Sono un numero nel mucchio della grande famiglia dei precari dell’UNIBO. Ho bisogno e sento la necessita di un piccolo sfogo, sullo sfondo del nuovo scenario battuto dai venti della riforma. Metto impegno in quello che faccio, ma forse non è sufficiente. Ho iniziato il mio percorso con un contratto di collaborazione più volte prorogato ed ho partecipato a due concorsi: il primo a tempo determinato (grazie al quale sto lavorando da 3 anni) e uno a tempo indeterminato (nel quale non sono risultata vincitrice ma idonea). Ora siamo alla resa dei conti, il contratto ad ottobre scadrà e per legge non sarà più rinnovabile; a dicembre, ancora peggio, scadrà definitivamente la graduatoria del concorso a tempo indeterminato. E l’Ateneo cosa fa? Bandisce un nuovo concorso non per un numero definito di posti, una durata distinta e una sede specifica, ma per la formazione di una fantomatica graduatoria a tempo determinato da cui attingere per l’Ateneo tutto. Mi chiedo, allora, dove sono le tanto decantate efficienza/efficacia dell’attività della pubblica amministrazione? Perché mi arriva una chiamata per un nuovo contratto a tempo determinato a 18 h settimanali con sede a Bologna, pescando dalla graduatoria a tempo indeterminato, offrendomi un periodo di lavoro inferiore alla scadenza del mio attuale contratto? La logica di questo gioco è a me sconosciuta, capisco solo che vogliono un mio rifiuto. Perché personale ampiamente selezionato, esaminato e oserei dire “sezionato” deve nuovamente presentarsi davanti ad una commissione per essere valutato per l’ennesima volta?Quanto costa tutto ciò? Non conosco le regole della politica o, come è d’uso comune dire ora, della governance? Probabilmente non mi interessano nemmeno perché da casalinga pragmatica quale sono mi sembra solo uno spreco di soldi, tempo ed energia. I precari sono persone già formate (per i quali l’Ateneo investe tempo e denaro in formazione) perché crearne altri? Rileggendo ciò che ho scritto vedo che le domande che mi faccio sono veramente tante, troppe. Personalmente preferirei un sonoro “ per te non c’è ne è più” e buonanotte al secchio, basta essere sotto esame è snervante e logorante e soprattutto rischia di crearmi problemi di relazione, perché mi viene meno quella serenità con cui fino ad ora ho affrontato il mio lavoro che, ribadisco, purtroppo mi piace.
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