Pur esprimendolo con concetti diversi, il nostro pensiero credo che sia comune. Noi pubblici dipendenti cerchiamo di fare bene il nostro lavoro perché vogliamo prima di tutto dimostrate a noi stessi di essere utili e capaci. Finisse anche questo stimolo, tutto andrebbe alla deriva. Anche se il nostro impegno è mirato a farci sentire bene soprattutto con noi stessi, è difficile comunque accettare certi comportamenti da FURBETTO DEL QUARTIERINO del collega vicino. Probabilmente io sono una persona troppo orgogliosa e essere “aggirato” o “fregato” mi dà molto, molto fastidio.
Entrambi lavoriamo in una struttura universitaria dove l’elevata qualità del servizio è sotto gli occhi di tutti, ma non per questa ragione si devono prendere a pretesto certi risultati per fare ciò che si vuole, alla faccia di chi rispetta le regole.
Ultimo pensiero: con “trenta e lode” non ho voluto criticare, come certi pensano, i miei colleghi di Scienze Politiche. Mi dispiace che alcuni abbiano visto nei miei racconti delle accuse specifiche verso quello o quell’altra persona. Con “trenta e lode” ho cercato di spiegare che il pubblico impiego così come è ora è difficile da governare, anche il più integerrimo, brillante ed efficiente dei dipendenti può cadere in tentazione, una tentazione dovuta a mancanza di controlli e sanzioni certe.
Si dice che “l’occasione fa l’uomo ladro” e credo che questo detto, purtroppo, caschi a pennello su una buona parte dei dipendenti pubblici.
Ho cercato di raccontare cosa non va, cosa bisogna che cambi in questo settore. Ci si può migliorare solo partendo dai propri errori e non certo dalle cose che si fanno bene. Anche questo in parte ho voluto raccontare con “trenta e lode”, mi auguro che questo mio intento venga ben interpretato da qualcuno…
Grazie per l’intervento.
Alberto